BORDONI, Dl Semplificazioni in Senato, così non va, restano intatti i vincoli nelle “zone omogenee A”. Non è solo una questione romana, riguarda molte città e si compromette anche la ricostruzione nelle aree terremotate. Da una parte il Governo Pd-M5s fa grande sfoggio di retorica sui poteri speciali per Roma dall’altra con norme di carattere nazionale ne affossa ogni possibilità di riscatto. Si rischia infatti la paralisi sugli interventi di rigenerazione urbana dove non c’è alcuna consapevolezza da parte del Governo che non è in grado di bilanciare interessi che nemmeno conosce. Occorre rimettere in moto l’edilizia con effetti virtuosi sull’occupazione anche di settori ad essa collegati, senza abbassare i livelli di tutela del paesaggio e dei beni culturali, ma al contrario promuovendo la qualità del tessuto urbano tanto nelle periferie come nel centro. In un periodo di grandi cambiamenti i Consorzi sono fondamentali per l’erogazione di servizi utili alla comunità, ma devono trasformarsi in uno strumento agevole, non burocratico, leggero per ripensare le nostre città. L`art. 10 emendato da LEU va nella direzione opposta, decretando la fine dell’architettura contemporanea nei grandi centri urbani, tanto il decreto potrebbe chiamarsi “complicazioni”. Nella Capitale la “zona omogenea A” è vastissima, si estende ben oltre il centro storico con edifici di recente costruzione. La LEGA ha già chiesto di modificare il testo in Senato, snellendo i procedimenti e riducendo i tempi in favore delle imprese di settore e dei cittadini, pur nel pieno rispetto delle norme a tutela dell’ambiente e della sicurezza dei lavoratori, in alternativa conviene lasciare il precedente regime autorizzativo, di certo meno restrittivo, rispetto all’attuale Dl “semplificazioni” in esame. Così in una nota il consigliere capitolino della Lega-Salvini Premier Davide Bordoni