L’attuale congiuntura economica internazionale sfavorevole minaccia il mercato agricolo, che in Italia ha già dovuto fare i conti con la scarsità dei ristori per la pandemia da Covid-19 e sconta nodi strutturali irrisolti che ne frenano lo sviluppo. Caro energia, aumento dei costi, transizione ecologica e trasformazione digitale complicate dalla burocrazia: sono questioni che il nuovo Governo dovrà affrontare subito, aiutando il settore agricolo italiano a superare la crisi. Ne parliamo con Davide Bordoni, responsabile regionale del Lazio del dipartimento Attività produttive della Lega Salvini Premier, e oggi candidato con il Carroccio in Senato nella circoscrizione plurinominale Lazio 1.
Bordoni, la nostra agricoltura vive come altri settori dell’economia italiana un momento di crisi congiunturale. Cosa propone la Lega per tutelare le imprese?
Bisogna mettere un tetto non solo alla bolletta elettrica ma anche all’aumento indiscriminato dei costi che le aziende agricole sopportano già da prima della guerra in Ucraina. Penso ai rincari del gasolio, di fertilizzanti e fitofarmaci. Il problema dell’Italia è che i costi per le aziende agricole aumentano ma il valore dei prodotti resta invariato. Dobbiamo incrementare i premi comunitari nell’ambito della Pac e dare più incentivi alle aziende che fanno prodotti di qualità.
Cosa si può fare per rendere il mondo agricolo più efficiente?
Ci sono aree del Paese dove servono nuove infrastrutture di riserva idrica come invasi e bacini, e le aziende agricole hanno la necessità di potenziare gli impianti di irrigazione. Credo che in questo caso la strada maestra sia ricalibrare le risorse disponibili nel Pnrr.
Si può intervenire anche sulla pressione fiscale e sui costi per la previdenza. Come?
Non si può, si deve. Prima di tutto abbattendo l’Iva, sia sugli articoli del comparto agricolo che sulle vendite. Anche le detrazioni fiscali sono importanti. L’obiettivo però è più ambizioso: dobbiamo valorizzare i prodotti agricoli, soprattutto se sono di qualità e rischiano di finire svenduti o di essere soggetti a speculazioni affaristiche nel ciclo distributivo. Poi, i costi previdenziali e assistenziali per la manodopera e quelli dei contributi personali per imprenditori agricoli e coltivatori diretti vanno sicuramente ridotti.
Agricoltura 4.0, a che punto siamo con la trasformazione digitale e la sostenibilità?
Per rilanciare l’Agricoltura 4.0, soprattutto al Sud, è possibile prevedere una nuova rottamazione che permetta anche alle aziende medio-piccole il ricambio dei macchinari meccanici più obsoleti. Vanno comunque sostenuti gli investimenti sull’hardware e semplificate le procedure di certificazione. Si possono anche incentivare l’acquisto di centraline meteo e di tecnologie utili a prevedere l’aggressione dei patogeni.
Lei corre per il Senato con la Lega nella Capitale. Qual è la situazione del settore agricolo a Roma e provincia?
La priorità è l’abbattimento dei cinghiali. Siccome parliamo di un problema che non riguarda solo Roma e la sua provincia, ma diverse aree del Paese, dobbiamo intervenire meglio sulla normativa per la fauna selvatica. Più in generale, le dico questo: nel Lazio abbiamo tante aziende agricole di qualità. La Capitale ogni anno attira milioni di turisti, abbiamo gli aeroporti, siamo vicini al mare. Quando saremo al Governo proporremo un grande investimento nell’economia agricola romana, per rendere il settore più competitivo sui mercati internazionali. (tratto da ‘L’Opinione delle Libertà’)