BORDONI, Smart working, per il Comune di Roma l’edilizia può attendere, il comparto è nel caos a fronte di procedure informatiche e lavoro agile negli uffici che non sopperiscono al carico di lavoro. Una necessità nata durante l’emergenza del Covid, sbandierata come riforma epocale della PA, si è trasformata in una parabola discendente verso la paralisi degli uffici.La sindaca Raggi aveva assicurato: “non si lavorerà più contando le ore ma gli obiettivi”. Che cosa abbiano prodotto tre mesi di lavoro agile negli uffici dell’urbanistica e dell’edilizia se lo stanno chiedendo in molti. Permessi a costruire, conferenze dei servizi, nulla osta, rilasci autorizzativi, tutto fermo. Come si pensa di poter far ripartire il settore se manca quella continuità operativa, sia in fase istruttoria che attuativa, necessaria a sostenere gli imprenditori che si devono confrontare quotidianamente con l’Amministrazione? Cosi’ il consigliere capitolino della Lega Davide Bordoni che aggiunge: L’Associazione costruttori edili di Roma con il presidente Rebecchini ha lanciato l’allarme, in piena Fase 2 i dipendenti capitolini restano a casa, ma con quale risultato in termini di efficienza? Farò un’interrogazione in Assemblea perché è un dovere verificare l’effettiva produttività di una modalità lavorativa che, in fase post-pandemia, tale potrà restare solo a patto che la via dell’informatizzazione sia davvero percorribile, altrimenti sarà bene procedere alla riapertura, in sicurezza, di tutti gli uffici preposti al comporto dell’urbanistica e dell’edilizia, il lavoro è molto e i ritardi accumulati troppi. Si rischia di danneggiare seriamente l’economia della Città.
Così in una nota il consigliere capitolino della Lega-Salvini Premier Davide Bordoni