Negli ultimi quattro anni a Roma oltre duemila negozi di abbigliamento hanno dovuto abbassare le saracinesche. Altre migliaia nelle province del Lazio. Dopo il Covid, nell’epoca del commercio elettronico le abitudini dei consumatori cambiano e i negozi di quartiere sono sempre più a rischio.
Servono subito incentivi comunali e regionali per favorire l’evoluzione digitale dei negozi di vicinato: un intervento che potrebbe essere finanziato con una parte dei proventi della tassa di soggiorno. Com’è accaduto in altre grandi capitali europee, penso a Berlino, gli incentivi vanno utilizzati per favorire la presenza online dei negozianti, che conoscono il territorio e hanno un rapporto di fiducia con i clienti; per diversificare le strategie di comunicazione, marketing e vendita digitale, potenziando la consegna a domicilio.
La Lega è in prima linea nella battaglia per l’innovazione e al tempo stesso vuole preservare i piccoli negozi di quartiere dalla concorrenza dei giganti del web, perché senza queste attività le comunità si spengono e diventano meno sicure.
A Roma, infine, va ripensata anche la disciplina delle Botteghe storiche che è ferma da anni.
Tantoché l’ultimo aggiornamento risale al 2010.
Le botteghe sono l’anima della nostra Capitale, rappresentano un patrimonio che non solo va salvaguardato per il suo fascino ma valorizzato economicamente.